Anno nuovo, strumenti nuovi per governare la complessità del mercato?

Un’analisi degli effetti del quadro pandemico sulle imprese all’inizio del 2022

Le imprese di ogni settore, in particolare quelle del comparto manifatturiero, si trovano dal 2020 a dover fronteggiare continue rimodulazioni della produzione, della domanda e delle catene di approvvigionamento, tre aree chiave alla base dei cicli e dei processi aziendali, con conseguenti instabilità nelle previsioni per l’anno appena iniziato.

I modi in cui il COVID-19 impatta sulla produzione a livello globale sono molteplici e gli effetti attuali della pandemia sulla domanda e sulla catena di approvvigionamento necessitano, da parte dei produttori, di risposte e di piani sia di breve che di lungo termine.

COVID-19 e produzione in tilt: l’allarme delle imprese del Nord-Est

È sufficiente sfogliare i quotidiani pubblicati nelle prime due settimane del 2022 per cogliere l’allarme diffuso di imprenditori ed associazioni di categoria nei confronti della crisi generata da quarantene ed isolamenti del personale.
Con la riapertura post natalizia, le imprese si sono trovate a fare i conti con tassi di assenza oscillanti tra il 15 ed il 20%, una soglia che rischia di indurre la paralisi dell’operatività delle imprese: a Padova gli industriali denunciano la mancanza di personale dovuta, nel breve periodo, alla pandemia, ma collegata in un’ottica temporale più ampia alla carenza di figure professionali specializzate in ambito tecnico ed alla conseguente richiesta di forti competenze digitali e tecniche per la transizione all’industria 4.0, riconosciuta come la risposta necessaria per far fronte alle sfide future della produzione industriale.
A Ferrara la Cna denuncia l’assenza di un collaboratore su 5, mentre a Torino la Confesercenti stima un 10% di attività temporaneamente chiuse ed un altro 30% in affanno ed a rischio sospensione.
A Treviso la Confartigianato stima che entro la fine di gennaio saranno 60 mila gli addetti mancanti all’appello, con conseguente impossibilità per le imprese a garantire la produzione, stime supportate anche dall’indagine svolta da Assindustria Venetocentro tra l’11 e il 12 gennaio su un campione rappresentativo di 628 imprese associate delle province di Padova e Treviso, per un totale di 53.242 dipendenti, che evidenzia come alla ripresa a regime dell’attività industriale dopo le festività natalizie, il 9,4% dei lavoratori in media sia risultato assente per effetto di contagi od obblighi di quarantena, ma per più di un’azienda su dieci (11,9%) manchi oltre il 20% del personale.

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Appare chiaro come l’impatto della tecnologia e dell’automazione cambieranno il modo in cui il mondo produce beni, ma solo se c’è formazione e sviluppo per trasmettere ai lavoratori le competenze per accedere a queste tecnologie. L’attuale discrepanza di manodopera in molti paesi spinge verso il coinvolgimento ulteriormente i lavoratori per un futuro abilitato al digitale ed una programmazione intelligente del capitale umano e delle risorse materiali.

Gli effetti del “long-Covid produttivo”

Uno dei principali prodotti di questo scenario pandemico di lunga durata sulla produzione sono l’interruzione della produzione e la difficoltà di approvvigionamento, poiché a loro volta i beni e le materie prime nella catena di approvvigionamento a monte vengono prodotti in quantità inferiori, con conseguente scarsità sul mercato ed aumento relativo dei prezzi.

Il rallentamento della produzione dovuto al picco pandemico crea diversi problemi tra i quali spiccano:

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RITARDI NELLE CONSEGNE

Se per tutti i settori, a livello globale, nel corso del 2021 il ritardo medio nelle consegne è stato stimato in tre settimane, il picco pandemico d’inizio anno ha prodotto una turbolenza che spinge i produttori a prevedere ulteriormente al rialzo questa stima di almeno altre 2 settimane.

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AUMENTO DEI COSTI

La maggior parte dei produttori sta tentando di mantenere i livelli di produzione in risposta all’aumento della domanda registrato nel secondo semestre 2021; tuttavia, al fine di mantenere la produzione di fronte all’interruzione della catena di approvvigionamento, i produttori hanno dovuto cercare fornitori alternativi con costi più elevati, inevitabilmente trasferiti anche ai clienti.

Il duplice volto della domanda

Dal lato della domanda, a quasi due anni dal suo avvento, l’impatto del coronavirus sulla produzione continua ad avere due risultati distinti, con una diminuzione della domanda in alcune aree e un aumento in altre:

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DIMINUZIONE DELLA DOMANDA

Settori come i viaggi sono stati colpiti da una forte contrazione, con le compagnie aeree e le compagnie di crociera che hanno registrato forti diminuzioni delle prenotazioni a causa del Covid-19, unitamente al settore dello spettacolo ed a quello delle attività ricettive in genere.

AUMENTO DELLA DOMANDA

All’altra estremità dello spettro, i settori alimentare, chimico e farmaceutico, il mercato immobiliare e le attività manifatturiere ad esso collegate (filiera del legno arredo in primis) stanno assistendo ad una crescita che, dal primo lockdown nel 2020 ad oggi, registra senza sosta forti picchi nella domanda e pressioni per aumentare la produzione e diminuire i tempi di consegna.

Impatto dei cambiamenti sulla produzione e sugli strumenti organizzativi

Il quadro emergente da questo primo scorcio di 2022 deve far riflettere sull’impatto fondamentale che le prestazioni di macchine, tecnologie e processi aziendali devono avere nell’aumentare ed adeguare la produzione in risposta alla domanda.
Per quanto riguarda la produzione, il cambiamento di paradigma dovrà prevedere necessariamente la messa a sistema di manutenzioni predittive e l’efficientamento dei sistemi produttivi stessi, da implementare parallelamente ad un’automazione della fabbrica sempre più profonda ed all’introduzione di tecnologie e competenze a servizio delle persone in essa impiegate, in un quadro che preveda la possibilità di gestire l’azienda in modo intelligente anche da remoto.

Volgendo lo sguardo al fattore organizzativo, gli strumenti per abbracciare questo paradigma spaziano dall’adozione di moduli software studiati per automatizzare e semplificare le attività di pianificazione delle risorse umane, che integrino la gestione di calendari dinamici su misura, turni e reportistiche, all’introduzione di modulo di tipo planning per la definizione e gestione di attività per progetti aziendali di varia natura, in ambito produttivo, organizzativo, legate a certificazioni di qualità e a progettazione tecnica.

ProJEcta è specializzata nella consulenza per l’ottimizzazione dei processi aziendali attraverso una diagnosi accurata dei flussi organizzativi e produttivi.
Grazie al nostro software di gestione delle risorse umane JE-HR ed al modulo JE-PLANNING, pensato per la gestione delle attività aziendali in ottica di Project Management, possiamo affiancare le imprese costruendo insieme il percorso ideale di crescita.
Queste soluzioni organizzative si sposano con la gestione puntuale dei fabbisogni d’acquisto effettuata attraverso un sistema MRP (Material Requirements Planning), che permette un monitoraggio costante delle quotazioni dei fornitori ed un’attenta gestione ed aggiornamento dei listini.

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